Gentile signora le scrivo per ricordarle un episodio che accadde tanti anni fa a Pisa quando le conferirono il Campanile d'oro. Lei era in camerino ed era aiutata da una signora che le parlò di un giovane che durante la recita di Manon a Roma, con Kraus, alla fine del duetto di S.Sulpice, si accaniva a battere la testa contro una colonna del teatro in preda a un emozione incontrollabile. Proprio in quel momento mi ero affacciato all'ingresso del camerino nel tentativo di vederla ma troppo timido per chiederle un autografo. Lei mi volle conoscere e mi elesse suo cavaliere nella cena dopo teatro. Seduto in auto e poi al tavolo al suo fianco, passai momenti straordinari che oggi ricordo ancora con immutato piacere. Manon, Fausta, Devereux, Adriana, Capriccio, Makropulos e tante altre, quante emozion. Ho sempre sognato una sua Marescialla del Rosenkavalier certo che mi avrebbe travolto. Ancora oggi, quando riascolto la registrazione di quel duetto della Manon romana non riesco a trattere le lacrime e piango felice ricordando un momento irripetibile. La ringrazio per quanto mi ha dato. Roberto Marcocci
Roberto Marcocci